Verdi Giuseppe
I due Foscari
Se siete stanchi di esecuzioni operistiche “standard” di Verdi, iniziate a riscoprire le sue opere minori, in particolare attraverso il ciclo di Gardelli/Philips delle prime composizioni. Si potrà meditare sul mistero inspiegabile dietro la sottovalutazione ingiusta di queste partiture: la trama (la cui storia operistica non è del tutto o in parte sciocca?), O la musica? Pienamente convinto che non sia il secondo fattore, non riesco a pensare a nessuna partitura del primo Verdi che non sia riuscita a convincermi.
Che non succeda veramente nulla in “I Due Foscari” è dovuto principalmente al fatto che la sua trama derivi dalla penna “romantica” di Byron, pienamente consapevole della debolezza drammatica dell’opera, motivo per cui ha insistito affinché la preoccupazione principale fosse evidenziare le passioni dei personaggi. Questo è in primo luogo un dramma di “emozione”, piuttosto che di “azione”.
Gli assolo appassionati (con cabalette irresistibilmente trascinanti), ensemble con magnifici duetti tra padre/nuora e tra marito/moglie, che condividono anche un trio memorabile e un quartetto con il furfante dell’opera e una scena straziante abdicazione/morte), e cori (non ultime le affascinanti barcarole) sono tutti temi fantastici degni di un “Verdi” di prima classe.
Cast, per un’opera minore, a dir poco fantastico.
Piero Cappuccilli (Doge), José Carreras (Jacopo), Katia Ricciarelli (Lucrezia), e Samuel Ramey (Loredano) sono al top della forma e non meno spettacolare la direzione oculata e sensibile di Lamberto Gardelli del 1976 (miglior direttore di conduzione giovanile di Verdi), sul podio della ORF Symphony Orchestra e Chorus
Questo cofanetto pubblicato nel 1976, che sorprendentemente non tradisce la sua età (a sentirlo in cuffia, si potrebbe pensare che sia stato registrato ieri, il cui suono è stupendo), viene fornito con il libretto in italiano e inglese, e un articolo informativo di Julian Buddens, così come una nota storica e una sinossi in italiano, inglese, francese e tedesco.
Altamente raccomandato.
Lamberto Gardelli