Verdi Giuseppe
Luisa Miller
L’opera è generalmente considerata un anello di congiunzione fra le opere giovanili del compositore e quelle appartenenti alla cosiddetta trilogia popolare (Rigoletto, Il trovatore e La traviata), con la quale il genio verdiano entra nella sua piena maturità espressiva. Pur non possedendo l’invenzione e soprattutto l’omogeneità di altri lavori verdiani, Luisa Miller è una tappa fondamentale nello sviluppo della drammaturgia del compositore che, abbandonati i drammi corali e i personaggi monumentali, si cimenta con un dramma della borghesia,
scavando nella psicologia e nelle emozioni di Luisa, l’eroina della vicenda, come mai aveva fatto in passato. Tale approfondimento è reso possibile dalla presenza, nel dramma, di pochi personaggi principali e di una sola protagonista, su cui l’autore può concentrare la propria attenzione, portando a compimento quel processo di semplificazione scenica iniziato con Ernani.
Sotto il profilo più propriamente musicale, l’orchestrazione si fa più raffinata che in passato.
Non solo Domingo, la Scotto e Milnes sono nel fior fiore della loro carriera, ma la produzione in generale risulta bellissima.
Quest’esibizione è uno degli esempi in cui i cantanti, i migliori esistenti in quegli anni, sono consapevoli di esibirsi per una produzione video, dando il meglio delle loro abilità.
Placido Domingo è affascinante, energico e davvero convincente nel ruolo di Rodolfo. La sua aria “Quando le sere al placido” seguita dalla tragica risposta “L’ara o l’avello apprestami” , rivolto al padre nel momento della richiesta di sposare la Contessa invece che l’amata Luisa, è forse uno dei migliori pezzi che Domingo abbia mai cantato.
La voce energica ed espressiva di Renata Scotto, anche lei nei suoi migliori anni, rende credibile il personaggio di Luisa. Il duetto con Rodolfo del primo atto è una delizia da ascoltare.
James Morris con la sua voce profonda e tragica interpreta molto bene il sinistro e infido Wurm. Ottimo anche Rolando Giaiotti nel ruolo de il Conte di Walter.
Jean Kraft con una voce espressiva e bella, rappresenta perfettamente l’elegante Duchessa Federica destinata ad un’unione sbagliata.
Sherrill Milnes, interpreta un Miller emozionante e minaccioso. La sua spavalderia è evidente nell’aria “A fu giusto il mio sospetto”, il giovane uomo che pretende che sua figlia sia una nobildonna e non una contadina
Conclude la performance un’eccellente conduzione di James Levine sul podio dell’Orchestra e Coro del MET.
Costumi e scenografia attinenti all’epoca. Audio e video ottimi.
Altamente raccomandato.