Albeniz Isaac
Suite Espanola
“Albéniz: Suite Espanola, ecc.”: un esempio eccellente di musica spagnola che nelle mani del maestro direttore/arrangiatore Rafael Fruhbeck de Burgos è suonata egregiamente dalla New Philharmonia Orchestra. Inclusi nel CD c’è una delle migliori esecuzioni dell’Intermezzo di Enrique Granados dall’opera “Goyescas”, e il famosissimo “El Amor Brujo” di Manuel De Falla. Queste tre partiture sono alla base della musica spagnola. Soprattutto la “Suite Espanola” è affascinante quanto il “Bolero” di Ravel. Avrei acquistato questo CD anche solo per questa traccia!!!!! Audio molto buono. Raccomandato.
Isaac Albéniz
La Suite Espanola di Albéniz, scritta in origine per pianoforte, percorre musicalmente una vastissima area del suo paese di origine e di conseguenza il suo contenuto offre parecchia varietà. La suite è composta di otto brani, ma Rafael Fruhbeck de Burgos, compiendo la sua trascrizione orchestrale, decise di sostituire l’ultimo pezzo, “Cuba”, col “Cordoba”, uno dei cinque pezzi compresi nel Canto de Espana op. 232. Una trascrizione orchestrale dovrebbe sempre dare l’impressione di essere una composizione originale. Ma con una musica di carattere decisamente pianistico come questa, non è facile raggiungere questo ideale. Spesso si rende necessario allontanarsi dall’originale in modo da riuscire a mantenerne intatto lo spirito. “Asturias”, ad esempio, con la sua nota sincopata di pedale, costantemente ripetuta, risulterebbe ridicola se fosse suonata tale e quale dall’orchestra; sarebbe anche praticamente impossibile suonarla con precisione e con l’effetto desiderato.
In un caso del genere chi si assume il compito dell’orchestrazione non ha altra scelta che di porre le note di pedale sia sui tempi della battuta che subito dopo. Fruhbeck de Burgos non ha aggiunto all’originale nulla che non sia lecito in fatto di orchestrazione, eccezion fatta per un solo particolare: in “Granada” si è reso conto che un passaggio in particolare riusciva di maggiore effetto con un’imitazione contrappuntistica. Di conseguenza aggiunse alla struttura del pezzo una linea musicale che non si trova nell’originale.
Manuel de Falla
El amor brujo (L’amore stregone) fu il primo dei due balletti composti da Manuel de Falla. Terminata nell’aprile del 1915, la versione originale strumentata per quartetto d’archi, flauto, oboe, corno, tromba e pianoforte, fu eseguita per la prima volta il 15 aprile a Madrid, e venne criticata per la sua “mancanza di carattere spagnolo”, un’asserzione molto sorprendente se si considera che la musica fu del tutto ispirata da canti popolari andalusiani. Nel 1916 De falla rifece la strumentazione del balletto per grande orchestra, ed in questa versione venne messo in scena per la prima volta al Théatre des Arts a Parigi nel 1925.
L’azione si svolge in un accampamento di zingari a Granada. Candela, una zingara bellissima, è innamorata di Carmelo, ma viene perseguitata dallo spirito dell’amante defunto, la cui memoria minaccia la felicità che essa spera di godere insieme a Carmelo. La musica della “Introduzione e scena”, con le sue insistenti figure ritmiche, ritrae la gelosia dell’amante defunto di Candela, e ritorna in vari punti del balletto. I passaggi misteriosi col tremolo degli archi nella scena intitolata “Con gli zingari” suggeriscono la presenza dello spirito maligno e preparano la via per il primo dei tre movimenti vocali del balletto, il “Canto dell’amore infelice”. L’amante morto appare in “Il fantasma” e tormenta Candela nella “Danza del terrore”. Disperata, Candela e gli altri zingari formano
un “cerchio magico” recitando degli incantesimi sopra un calderone fumante. Alcuni accordi suonati dal pianoforte simbolizzano il rintocco della “Mezzanotte”, dando a Candela il segno che è ora di iniziare la “Danza del fuoco”, in un tentativo di allontanare lo spirito; ma il ritorno del motivo della gelosia nella “Scena” seguente dimostra che i suoi tentativi sono stati vani, e nel secondo movimento vocale, “Canto del fuoco fatuo”, essa narra della natura mutevole dell’amore. Tuttavia, mentre sta cantando, Candela si ricorda di quanto si era dimostrato sensibile il suo ex-amante verso le bellezze femminili, e decide di chiedere aiuto a Lucia, un’altra zingara. Il movimento seguente, “pantomima”, inizia con una nuova asserzione del motivo della “gelosia”, ma dopo che Lucia ha danzato per il fantasma, gli accenti duri del tema dell’amante defunto vengono addolciti, mentre egli si arrende alle sue grazie. Candela, finalmente liberata dal suo tormentatore, si unisce a Carmelo nella “Danza del gioco d’amore” (il suo terzo canto), e nel “Finale” essi salutano con gioia le campane che rintoccano al mattino.
Rafael Fruhbeck de Burgos
Enrique Granados
Intermezzo da Goyescas
Granados era affascinato dai dipinti e dalle tappezzerie di Francisco Goya (1746-1828) e dal periodo detto “goyesco” a Madrid, che vi è ritratto così vivamente. Molte delle sue composizioni, compresa la suite in sei movimenti Goyescas (1911), trassero l’ispirazione proprio da queste scene. Nel 1914 Granados impiegò la musica di Goyescas come base per un’opera in un atto unico, dal medesimo titolo, che fu eseguita per la prima volta alla Metropolitan Opera di New York il 28 gennaio 1916.
L’azione di Goyescas si svolge a Madrid intorno al 1800, e narra la storia della fatale conclusione di una disputa fra due amanti rivali; il magico intermezzo, col suo punto culminante centrale estremamente drammatico, fu aggiunto da Granados all’ultimo momento, per concedere il tempo per un cambiamento di scena fra le prime due delle tre scene complessive dell’opera.
Traduzione DECCA 1989.