Sibelius Jean
Poemi sinfonici
I cinque poemi sinfonici più noti di Sibelius magistralmente eseguiti da quell’istrione che fu Karajan. Ho ascoltato diverse registrazioni di Finlandia ma così drammatica mai. Per il resto nulla da eccepire. CD da acquistare a occhi chiusi. Audio fantastico. Registrazione in DDD effettuata nel 1984. Ultraraccomandato per non dire imperdibile!
Sibelius: Poemi sinfonici
La personalità musicale di Sibelius è segnata da colori scuri e da una spiccata vena malinconica, e per quanto egli abbia composto una grande quantità di musica semplice e leggera, deve più la sua popolarità ad alcuni brani brevi più seri, e più caratteristici. Un ben noto esempio è il poema sinfonico Il cigno di Tuonela. Composto nel 1893 quale preludio ad una progettata opera dal titolo La costruzione della barca, fu riveduto due anni più tardi e inserito nel ciclo di quattro Leggende. Come le altre Leggende, esso è basato sull’antico epos
finnico, il Kalevala, ma al contrario delle altre, non è tanto racconto quanto pittura. È infatti un tenebroso ritratto della terra della morte nella mitologia finnica, che (così descritta in una nota della partitura) “è circondata da un ampio fiume con nere acque e una rapida corrente sul quale il Cigno di Tuonela scivola maestosamente cantando”. Archi molto divisi e successivamente un’arpa rappresentano il fiume, mentre un corno inglese solo delinea il cigno.
Vi è un lato tenebroso anche nel poema sinfonico Finlandia. Composto nel 1899, ultimo di una serie di quadri musicali presentati durante una manifestazione nazionalista, fu rielaborato a brano concertistico l’anno successivo. A quei tempi la Finlandia era sotto la dominazione della Russia zarista; il dispotismo del governo russo e il fervore della crescente opposizione finnica trova vigorosa espressione nel brano, accanto a un posato orgoglio patriottico.
Il famoso Valse triste proviene dalla musica di scena per piccola orchestra che Sibelius compose nel 1903 per il dramma Kuolema (“Morte”) di suo cognato Arvid Jarnefelt; il brano fu riveduto un anno dopo per la pubblicazione. Esso accompagna una scena nella quale la figura della Morte appare ad una donna morente e danza con lei prima di condurla con sé. La popolarità della musica ha forse oscurato la maestria con cui Sibelius elabora la malinconica melodia del valzer in un poema sinfonico in miniatura di grande forza drammatica.
Niente di miniaturale ha la principale opera di questa registrazione, il poderoso Tapiola. Fu composto su commissione del direttore d’orchestra americano Walter Damrosch, il quale diresse anche la prima esecuzione a New York, alla fine del 1926. Benché Sibelius sia vissuto per ancora trent’anni, Tapiola fu la sua ultima composizione di rilievo. È la più estrema espressione dei suoi personalissimi metodi di costruzione organica: tutte le sue idee principali sono derivate dalla semplice figura di grado congiunto che appare all’inizio. È anche l’esempio più caratteristico del peculiare trattamento orchestrale di Sibelius: i pedali tenuti a lungo, costruzioni stratificate con un materiale a differenti livelli e a velocità differenti, intensi tremolando degli archi, la scrittura degli ottoni a grandi blocchi, mai questi mezzi erano stati spiegati con tanta abbondanza e sicurezza come qui.
Il titolo, come quello del Cigno di Tuonela, deriva dal Kalevala: Tapiola è il regno di Tapio, il dio della foresta. La musica non racconta una storia, ma fonde la visione delle foreste finniche in tutte le stagioni con l’evocazione del mondo leggendario ad esse associato. Ambedue gli aspetti sono riflessi nei versi posti in cima alla partitura: Là si stendono le tenebrose foreste del Nord, antiche misteriose nei loro sogni selvaggi; in esse dimora il grande dio dei boschi, e nell’oscurità tramano gli spiriti silvani.
Anthony Burton
(Traduzione: Mirella Noack-Rofena)
Altra esecuzione di tutto rispetto.
Registrazioni eseguite dal 1972 al 1986 e rimasterizzazione effettuata nel 1997. Audio eccellente . Altamente raccomandato.
Sibelius: poemi sinfonici
Lo sfondo che accomuna i lavori qui registrati è la profonda dedizione di Sibelius alla causa del nazionalismo finnico, dinanzi alla morsa sempre più stretta della Russia zarista durante l’intero decennio degli anni Novanta del secolo scorso. Fu il compositore e direttore d’orchestra Robert Kajanus a richiamare per primo l’attenzione di Sibelius sulle potenzialità musicali offerte dai miti del Kalevala, il grande poema epico nazionale della Finlandia, e sulla validità tematica della musica popolare finlandese anche per i fini della musica “seria”.
Finlandia, op. 26 n. 7
Nel 1899 Sibelius fornì la musica d’introduzione e d’accompagnamento per sei
quadri viventi che illustravano alcuni eventi salienti della storia finlandese. L’ultimo, intitolato Il risveglio della Finlandia, in seguito venne separato da Sibelius e presentato come poema sinfonico a sé stante sotto il titolo, divenuto ormai familiare, di Finlandia. Considerato lo straordinario potenziale di identificazione per il sentimento nazionale – con il grande crescendo conclusivo che simboleggia l’ardente speranza di libertà del popolo finnico – poco sorprendente se entro breve tempo l’opera venne bandita dalle autorità russe.
Suite “Karelia”, op. 11
Nel 1892, rispondendo a una richiesta degli studenti dell’università di Viborg, Sibelius compose della musica per accompagnare una serie di quadri di argomento storico ambientati in Karelia, una regione della Finlandia. Tre di questi movimenti vennero a formare la Suite “Karelia”. L’intermezzo descrive una processione di cacciatori che rendono omaggio a un principe lituano. Nella Ballata un re deposto e rinchiuso nel carcere del castello di Viipuri ascolta pensosamente il canto di un menestrello. Il finale Alla marcia è una chiamata alle armi, che in origine accompagnava un quadro dedicato all’assedio del castello di Kakisalmi.
Luonnotar, op. 70
Luonnotar (La figlia della natura), viene ufficialmente descritto come poema sinfonico per soprano e orchestra, ma in realtà va collocato in una categoria tutta individuale, a metà tra il canto e il poema sinfonico. Risale agli anni intorno al 1910, il periodo della Quarta sinfonia, e come quest’ultima dimora in un mondo triste e spoglio – probabilmente da attribuire alle conseguenze del sospetto di un cancro alla gola che era stato diagnosticato a Sibelius nel 1908. In questo brano egli musicò la prima parte dei miti del Kalevala, in cui viene descritta la creazione del mondo. La prima di questo lavoro ebbe luogo in Inghilterra nel 1913 al festival di Gloucester, con la partecipazione di Aino Ackté in qualità di solista.
Tapiola, op. 112
Tapiola, l’ultimo grande lavoro di Sibelius, risale al 1925. La prima esecuzione ebbe luogo a New York il 26 dicembre 1926 sotto la direzione del dedicatario dell’opera, Walter Damrosch, dal quale era anche giunta la commissione. Nella mitologia finnica, Tapio è il nome del possente dio che dimora nella foresta. Praticamente tutto il materiale dell’opera è racchiuso nel tema iniziale, e la rigida tensione della sua costruzione si riflette nell’incessante intensità che pervade l’intera opera.
En saga, op. 9
En saga (Una saga) non può essere considerato un brano programmatico nel senso abituale, visto che non narra una storia ben precisa, limitandosi a ritrarre il vasto paesaggio disabitato della Finlandia. Sibelius tenta di esprimervi le forze primordiali della natura, più che i loro simboli esteriori. L’obiettivo viene raggiunto con l’impiego di cupi colori orchestrali e di temi semplici di grande individualità, singolarmente ricchi di varietà melodica e dotati di una certa libertà tonale.
Cavalcata notturna e alba, op. 55
Completato nel 1909, questo brano non fu presentato al pubblico fino al 1911, insieme alla Quarta sinfonia. La prima sezione è dominata dal ritmo insistente degli zoccoli dei cavalli, in un lungo viaggio attraverso un paesaggio cangiante e pieno d’ombre; l’opera passa quindi alla descrizione della magica mutevolezza delle levar del sole nelle terre del Nord.
La vergine di Pohjola, op. 49
Steso nel 1906, questo poema sinfonico narra l’incontro di uno degli eroi del Kalevala, Vainamoinen, con la vergine di Pohjola ch’egli incontra seduta su un arcobaleno intenta a tessere una stoffa dorata e ricamata d’argento. Essa gli impone delle fatiche apparentemente impossibili, che l’eroe esegue con successo, fino a quando non si ferisce a una gamba con un’ascia. Incapace di arrestare il flusso del sangue con la sua magia, egli accetta la sconfitta e riprende la via del ritorno. Sibelius segue con fedeltà questo programma, creando un’opera il cui sviluppo organico richiama palesemente le sue sinfonie.
Quattro leggende dal Kalevala, op. 22
Le Quattro leggende dal Kalevala videro la luce tra il 1893 e il 1895 e furono eseguite per la prima volta nel 1896. Poco dopo Sibelius riprese in mano l’intero ciclo, e la nuova versione fu eseguita nel 1897. Dopo una seconda revisione del Cigno di Tuonela e del Ritorno di Lemminkainen, questi due brani vennero pubblicati nel 1900. Le altre due partiture vennero ritrovate dopo che erano scomparse per molti anni e pubblicate nel 1954.
Lemminkainen e le fanciulle di Saari narra di un giovane eroe Lemminkainen, una specie di nordico Don Giovanni, seduca un’intera comunità di donne. In seguito egli cerca di ottenere la mano dell’arrogante Kyllikki, obiettivo che alla fine raggiungerà rapendola con la forza. La partitura del Cigno di Tuonela reca in esergo: “Tuonela, terra della morte, inferno della mitologia finnica, è circondata da un ampio fiume dalle acque nere e dalla rapida corrente, su cui il Cigno di Tuonela nuota maestosamente, cantando”.
Walter Damrosch
Lemminkainen a Tuonela fa riferimento agli eventi narrati nel Kalevala, in cui Lemminkainen deve compiere tre eroiche imprese per conquistare il cuore della Figlia del Settentrione. Dopo aver ultimato le prime due, egli riceve l’ordine di uccidere il Cigno con una sola freccia. Sulle rive del fiume Tuoni viene aggredito ed ucciso da un mandriano traditore della Terra del Nord. Il sole annuncia alla madre dell’eroe che suo figlio è stato trucidato e le sue membra gettate nel fiume. Ella persuade allora il fabbro Ilmarinen a forgiare un gigantesco rastrello con cui radunerà insieme i resti del figlio e li riporterà magicamente alla vita. Nelle parole di Nils-Eric Ringbom, una delle massime autorità su Sibelius, l’ultima leggenda, Il ritorno di Lemminkainen costituisce “un finale vivace che avanza impetuoso pur rimanendo fondamentalmente chiaro e idilliaco…… che tocca stati d’animo e corde emotive capaci di abbracciare i poli estremi dell’esistenza umana: la vita elevata all’ennesima potenza, e la morte, fino al limite estremo”.
Traduzione DECCA Alfredo Tutino