Cajkovskij Ilic Petr
Il lago dei cigni
Pochi ricorderanno il famoso direttore Ernest Ansermet che nel campo franco- russo, in cui si era specializzato, non aveva rivali. In queste due bellissime partiture ci offre un’interpretazione particolarmente emozionante con tempi stretti, vivaci. melodici e anche drammatici. L’Orchestra della Suisse Romande, secondo il mio modesto parere, era all’epoca una delle migliori orchestre europee. Un meritato cinque stelle a questa bella compilation. Nonostante la datazione, l’audio è più che buono. Registrazioni eseguite dal 1959 al 1962 e rimasterizzazione effettuata nel 1994. Altamente raccomandato per non dire imperdibile! Buon ascolto a tutte e tutti voi.
Cajkovskij: Il largo dei cigni – Sergej Prokofiev: Giulietta e Romeo (suite)
Come del resto tutta l’intellighenzia russa dell’epoca, Cajkovskij aveva la passione del balletto, passione che lo spinse a estremi di frivolezza, come quando insieme all’amico intimo Saint-Saens diede un’improvvisata e casalinga interpretazione di Pigmalione e Galatea – lo spilungone e barbuto Cajkovskij
nel ruolo di Pigmalione, il tozzo e irsuto ospite francese nei panni di una non più impietrita Galatea.
Ma più seriamente, l’interesse del compositore russo nel potenziale del balletto lo spinse a creare delle pagine che per armoniosità, brillantezza e colore non solo gli hanno assicurato duratura popolarità, ma hanno anche portato la musica stessa per balletto ad avere la stessa importanza della danza. La profondità e gamma emotiva della musica per balletto di Ciaikovskij non aveva precedenti e la sua ossessione per una partitura che possedesse rilevanza drammatica incontrò notevole ostilità e incomprensione. Ciononostante, le sue innovazioni hanno permesso alla generazione successiva di compositori russi, soprattutto Stravinski e Prokofiev, di trovare nel balletto la massima ispirazione.
Il primo balletto di Cajkovskij fu Il lago dei cigni, composto nel 1875-76 su commissione del Teatro Imperiale di Mosca. La prima presentazione fu un fiasco clamoroso e la partitura rimase nell’oblio fino a pochi mesi dopo la morte del compositore: nel 1894, infatti, le pagine vennero rispolverate e una nuova coreografia rese giustizia all’opera.
Nel racconto, Odette e le sue compagne sono state trasformate in cigni da un mago malefico. L’eroe del balletto, il Principe Siegfried, ingannato dal mago, sta per sposare un’altra donna, credendola Odette, ma infine riesce a spezzare l’incanto sacrificandosi per il suo amore reale, la vera Odette.
Fu nell’autunno del 1934, due anni dopo aver deciso di stabilirsi permanentemente in Russia, che Prokofiev iniziò la composizione di Giulietta e Romeo – il settimo balletto, e forse anche il suo capolavoro personale – su invito del Teatro dell’opera e del balletto di Leningrado. La musica fu eseguita per la prima volta nel 1935, senza però essere accettata per l’allestimento scenico fino al 1940 – nel frattempo l’opera divenne comunque nota in forma di due suites orchestrali e una serie di brani per pianoforte.
Lo scenario rimane notevolmente fedele alla tragedia shakespeariana, e la partitura di Prokofiev, stupendamente variopinta e melodiosa, riecheggia con esperta maestria i vari aspetti del dramma: lo sviluppo di Giulietta da fanciulla a donna innamorata; l’ardore e la nobiltà di Romeo; la compassione di Frate Lorenzo; lo sfarzo della scena del ballo in maschera; la furia degli scontri fra Capuleti e Montecchi.
Traduzione DECCA 1994
Marius Ivanovich Petipa
Genesi e storia del balletto
Il Lago dei Cigni (in russo Лебединое Озеро , Lebedinoye Ozero),è uno dei più famosi e acclamati balletti del XX secolo. Primo dei tre balletti di Pëtr Il’ič Čajkovskij, fu composto tra il 1875 e il 1876. Presentato sia in quattro atti, quattro scene (soprattutto fuori dalla Russia e nell’Europa Orientale) o tre atti e quattro scene (in Russia e Europa occidentale). Originalmente la coreografia era di Julius Reisinger sulla musica di Čajkovskij (opus 20). Sebbene esistano molte versioni diverse del balletto, la maggior parte delle compagnie di danza basano l’allestimento sia dal punto di vista coreografico che musicale sul revival di Marius Petipa e Lev Ivanov per il Balletto Imperiale, presentato la prima volta il 15 gennaio 1895 al Teatro Imperiale Mariinskij a San Pietroburgo, Russia.
In occasione di questo revival, la musica di Čajkovskij venne rivisitata dal maestro di cappella dei Teatri Imperiali, Riccardo Drigo.
La prima rappresentazione ebbe luogo al Teatro Bolshoi di Mosca il 20 febbraio 1877. La coreografia fu di Julius Wenzel Reisinger, su libretto di Vladimir Petrovic Begicev, direttore dei teatri imperiali di Mosca.
La prima rappresentazione si avrà il 20 febbraio del 1877 al teatro Teatro Bolshoi con le coreografie di Julius Wenzel Reisinger.
eisinger operò tagli e manomissioni alla partitura originale, nonché allestì in modo scadente le scene, lasciò ai ballerini, di scarsa personalità oltretutto, il compito di improvvisare variazioni e passi: il risultato fu deludente. Nonostante ciò il balletto venne comunque riproposto e inscenato per un numero totale di quarantadue allestimenti, tutti, a detta della critica del tempo, dei veri e propri fiaschi. Dopo la morte del compositore, nel 1895, il balletto passò nelle mani di Marius Petipa, coreografo che si distinse egregiamente anche nelle altre due opere di Čajkovskij (Lo Schiaccianoci e La Bella Addormentata), e nelle mani di Lev Ivanov, assistente di Petipa.
Il 15 gennaio 1895 finalmente ebbe luogo il primo allestimento coreografato da Petipa e Ivanov presso il Teatro Mariinskij di San Pietroburgo. Petipa curò il primo e il terzo atto, mentre Ivanov curò gli atti bianchi, il secondo e il quarto. Inoltre vennero apportate anche modifiche alla sequenza dei numeri, e furono aggiunti brani scritti dal compositore italiano Riccardo Drigo. Questa volta fu un successo e Il lago dei cigni entrò a pieno diritto nel repertorio dei teatri pietroburghese e moscovita.
La nuova coreografia e le nuove musiche sono considerate una pietra miliare del balletto classico.
Atto I
Il principe Siegfried festeggia il suo ventunesimo anno di età nel parco del suo castello senza aver ancora preso moglie.
Alla festa del paese assiste alle danze, mentre la madre lo rimprovera e gli chiede di prendere moglie, per poi andarsene. La festa continua tra le danze e il principe vi partecipa: il precettore di Siegfried pensa che non si addicano tali danze ad un principe e lo rimprovera. In lontananza compare un volo di cigni: vi sarà una battuta di caccia.
Atto II
La scena si sposta al lago, dove un mago sta curando i suoi cigni: questi sono incantati. A mezzanotte infatti si trasformano in incantevoli fanciulle: non appena il principe e gli altri cacciatori iniziano la battuta di caccia, una giovane, Odette, la regina dei cigni, in sembianze umane appare davanti a loro per proteggere i cigni. Siegfried decide dunque di invitarla al suo ballo per le nozze, ma la regina è sotto un incantesimo e non potrà sposarlo. Il principe, nonostante l’incantesimo, giura fedeltà ad Odette e all’alba il mago richiama a sé i cigni.
Atto III
Tutti gli invitati arrivano in corteo e Sigfried, insieme alla madre, cercano una possibile moglie. Sei ragazze ballano per il principe, che però rifiuta cortesemente. Inizia allora l’intrattenimento per gli invitati a corte, con danze folcloristiche.
Al ballo, annunciati dalle trombe, arrivano il mago e sua figlia, Odile, alla quale ha dato le sembianze della regina dei cigni, Odette. Dopo un passo a due, Siegfried dichiara il suo amore per Odette, alla presenza però di Odile trasformata: la regina dei cigni cerca invana di metterlo in guardia attraverso una visione magica, ma ormai la dichiarazione è fatta. La sala da ballo si oscura e il mago scoppia in una fragorosa risata.
Atto IV
La scena ora si sposta nuovamente al lago, dove Siegfried cerca Odette, tradita dalla dichiarazione d’amore fatta ad Odile. Sigfried implora il suo perdono, ma Odette muore di crepacuore tra le sue braccia. Dal lago si alza un’onda e Sigfried muore affogato. Nel finale il famoso tema del cigno finisce col prevalere sulle altre idee musicali fino a trasformarsi in una grande marcia trionfale per indicare la vittoria dell’amore sulla morte. Improvvisamente l’orchestra tace e lascia protagonisti l’arpa ed i violini per chiudere serenamente la tragedia amorosa.
Il balletto si conclude con poche battute di piena orchestra, in un’atmosfera serena e fatata Adattamenti [modifica] Il balletto, oltre ad essere state inscenato in diverse versioni, ha avuto anche successo nella cinematografia e nella letteratura, soprattutto nella prima, che ha dato spunto a tre diverse e conosciute pellicole.
La musica
L’orchestra per Il Lago dei Cigni è composta da due flauti, due oboi, due clarinetti, due fagotti, quattro corni, due cornette, due trombe, tre tromboni, una basso tuba, una serie di timpani, triangolo, tamburello, Nacchere, rullante, piatti, grancassa, gong, xilofono, arpa e archi. A causa delle varie interpolazioni, tagli e riarrangiamenti che la musica subì dopo la morte dell’autore, è tuttavia difficile stabilire con certezza quale fosse l’organico originale. La posizione di alcuni brani (come il Passo a Due) sono ancora oggi argomento di dibattito.
Ernest Ansermet
Finali alternativi del balletto
Dopo la Rivoluzione del 1917, ma soprattutto nel periodo stalinista, anche i protagonisti dei balletti dovettero in qualche modo essere assimilati al concetto di eroi positivi. Proprio per aderire a questa nuova filosofia, il finale del balletto venne modificato. Nella versione di Vladimir Bourmeister del 1953, dopo un combattimento tra Rothbart e Siegfried, questo riesce a sconfiggere il mago e Odette riprende le sue sembianze umane potendo così vivere il proprio sogno d’amore con il principe.
Esistono molte altre versioni della scena finale originale (1877) del balletto come è stata qui sopra riportata, giusta la lezione di Thomas Kohlhase e Warrack. I libretti nella versione 1877 e 1894-95 sono contenuti nell’appendice al volume 11b dell’Edizione Completa delle Opere di
Čajkovskij. Le più rappresentate sono comunque queste:
1. Versione del 1895 di Modest Il’ič Čajkovskij:
Dopo la separazione dall’amato, Odette si getta nel lago. Il libretto del 1894/95 si conclude così: Quarta scena: lo spirito maligno vola sotto le spoglie di un gufo. Siegfried si trafigge e il gufo cade morto. Il lago scompare. – Apoteosi: un regno subacqueo: Ninfe e Naiadi salutano Odette e il suo innamorato e li portano nel tempio della felicità e della beatitudine eterna.
2. Odette, morente, piange il destino crudele che la attende. Siegfried arriva da lei tentando di salvarla, ma una tempesta si abbatte sul lago e le sue acque inghiottono i due amanti. Finita la bufera, le anime dei due si riuniscono in un’Apoteosi celeste.
3. Siegfried combatte contro il malvagio mago, ma ha la peggio. Rothbart minaccia Odette di uccidere il principe, se lui non avesse acconsentito alle sue nozze con Odile. Siegfried per amore di lei prende la spada di Rothbart e si uccide. Così facendo, il suo amore spezza l’incantesimo, i cigni ritornano fanciulle, Siegfried torna in vita e può vivere il suo sogno d’amore assieme a Odette.
4. Odette, costretta a rimanere un cigno per l’eternità, decide di suicidarsi gettandosi da una rupe. Siegfried in seguito decide di fare lo stesso. Questo atto di sacrificio e di amore sconfigge il potere di Rothbart. Infine al sorgere dell’alba le anime dei due amanti si riuniscono in un’Apoteosi celeste.
Il principe implora Odette di perdonarlo, rendendosi disponibile a morire con lei pur di rompere l’incantesimo. Appare allora Rothbarth che dà inizio a un duello col principe in cui il malvagio viene sconfitto ponendo fine al suo sortilegio.