Il libretto – articolato in tre atti – fu scritto da Arturo Colautti e la prima rappresentazione avvenne il 17 novembre 1898 al Teatro Lirico di Milano. Il successo fu immediato, anche grazie ad Enrico Caruso che con quest’opera ottenne la sua prima importante affermazione. Alla prima – diretta dallo stesso Giordano – cantarono, nel ruolo della protagonista, Gemma Bellincioni, Enrico Caruso come Loris Ipanov e Delfino Menotti nel ruolo di De Siriex.
La vicenda è tratta da un dramma di Victorien Sardou. Giordano rimase incantato dall’interpretazione che ne diede l’attrice Sarah Bernhardt. Altrettanto accadrà a Puccini nell’assistere all’interpretazione della stessa attrice in un altro lavoro di Sardou, La Tosca, da cui trarrà la sua celeberrima opera. Inizialmente Sardou rifiutò di cedere i diritti per la riduzione del dramma Fedora a libretto d’opera, mutando parere solo dopo il successo ottenuto da Giordano nel 1896 con Andrea Chénier.
La DGR e il Met hanno prodotto non solo una buona esibizione ma anche una grande interpretazione di “Fedora”, un’opera poco conosciuta e rappresentata.
Il cast è stellare, la direzione della scenografia è bellissima e l’orchestra lavora sempre a stretto contatto con i cantanti (so che tutto questo potrebbe essere manipolato nel disco ma rimane sempre un bel lavoro).