Anche in questa registrazione è stata utilizza la più popolare versione di Rimsky-Korsakov dell’incompiuto capolavoro di Mussorgskij
Se oggi le datate incisioni di Boris Christoff (nelle due versioni Emi, sotto la bacchetta di André Cluytens e di Issay Dobrowen) appaiono quali notevoli testimonianze storiche di un glorioso passato, l’edizione korsakoviana del “Boris” incisa da Herbert von Karajan per la DECCA nel 1970 si staglia quale versione di riferimento dell’epoca pre- filologica, e merita di essere conosciuta per più d’un motivo.
Anzitutto, come di consueto, il direttore salisburghese riuscì a radunare attorno a sé uno stuolo di fuoriclasse: troviamo qui infatti, nel ruolo del protagonista, nientemeno che Nicolai Ghiaurov, all’epoca nel pieno del vigore dei suoi mezzi vocali; altri grandi motivi di vanto del cast sono la splendida Marina di Galina Vishnevskaya, il tenebroso ed intelligente monaco Pimen di Martti Talvela e l’arguto Rangoni di Zoltan Kélémén. Di alto livello gli altri comprimari, tutti di lingua madre, con una particolare menzione per l’Innocente di Aleksei Maslennikov (nel doppio ruolo anche di Shuisky) ed il Grigory di Ludovic Spiess.
Meravigliosa, poi, la prestazione dei Wiener Philharmoniker, il cui suono corposo, vellutato e lussureggiante è perfettamente restituito dalla ripresa
DECCA (all’epoca allestita nella Sofiensaal di Vienna), rimasterizzata magistralmente. Spettacolare, infine, l’impiego di ben tre cori, tra i migliori all’epoca ed oggi: il Coro dell’Opera di Stato di Vienna, i Wiener Sangerknaben ed il Coro della Radio di Sofia.
Un’edizione caldamente consigliata, a patto che figuri accanto ad una delle precedenti versioni originali, oggi imprescindibili.
Per gli amanti di quest’opera sarebbe doveroso collocare queste tre registrazioni nella vostra collezione. Buon ascolto.
Herbert von Karajan