Léo Delibes

Coppèlia

Diversamente dalla maggior parte dei balletti del Romanticismo, Coppélia, è una fiaba priva di malignità o spiriti (presenti Ad esempio in “Giselle” di Adolphe Adam) con un lieto fine e melodie accattivanti. Secondo me merita averla completa come pura esperienza uditiva. Oltre ad essere un grande direttore di composizioni operistiche Richard Bonynge ama molto il balletto e soprattutto il repertorio francese. Sotto la sua direzione la Suisse Romande Orchestra fornisce un’esecuzione piena di colore e vita; la musica è suonata con grande stile, ritmicamente, viva e fresca. L’audio registrato è pieno e ricco. Se dovessi guardare nel dettaglio per cercare qualche difetto, credo che alcuni brani sono un po’ troppo sdolcinati.
In accoppiamento abbiamo la splendida esecuzione di “Le Carillon”, una composizione melodica e vivace scritta quando Jules Massenet era al culmine delle sue carriera. Nonostante adori Coppélia, credo che Le Carillon sia più appagante. Lo spartito di Massenet forse perde la ricchezza di Coppélia, ma Massenet è un compositore superiore, e i colori della sua orchestrazione delicati e chiari sono meravigliosi. A prescindere da questi paragoni puramente soggettivi tra le due partiture, mi sento di raccomandare con entusiasmo questa collezione. Da non perdere prima che la DECCA la elimini dal catalogo. Registrazione eseguita nel 1970 e rimasterizzazione effettuata nel 1995. Audio ottimo.

Léo Delibes

Coppélia

Quasi a dimostrare il concetto che la musica scritta per il teatro rispecchia l’epoca in cui viene composta, la partitura della Coppélia di Léo Delibes rievoca la felice noncuranza che distingueva Parigi durante le ultime settimane del Secondo impero.
La gestazione del balletto era stata lunga: i primi semi erano stati sparsi non molto tempo dopo il successo, nel 1866, di un balletto precedente, La Source, per il quale Delibes, a quell’epoca relativamente sconosciuto, aveva scritto due dei quattro atti. Il suo contributo si era dimostrato così determinante, che in segno di riconoscimento gli diedero l’incarico di comporre in proprio il balletto successivo; a collaborare al progetto fu inoltre convocata la ben collaudata équipe che aveva messo in scena La Source: il coreografo Arthur Saint-Léon e lo scenografo Charles Nuitter.
Nuitter, archivista di nuova nomina dell’Opéra ed esperto scrittore di teatro, elaborò uno scenario incantevole, ispirato al racconto di Hoffmann L’uomo della sabbia. La trama narra la storia di due innamorati, Svanilda e Franz, e del costruttore di bambole Coppelius, la cui grande ambizione è di creare una bambola dotata di un’anima. Franz non tarda a innamorarsi di Coppelia, un automa, credendola un vero essere umano; ma resosi conto della realtà, egli ritorna ad amare Svanilda. Il divertissement di chiusura vede tutte le parti riconciliate.
Il balletto venne presentato per la prima volta all’Opéra di Parigi il 25 maggio 1870. Il successo fu immediato, ma le repliche vennero ben presto interrotte dalla guerra francoprussiana. Sebbene la prima ballerina Giuseppina Bozzacchi, fosse morta tragicamente all’età di diciassette anni durante l’assedio di Parigi, Coppélia è rimasto fino ad oggi uno dei balletti più amati dal pubblico. La più celebre delle messinscene rimane quella di Petipa e Cecchetti per Pietroburgo.

Jules Massenet

Le Carillon

La vicenda di Le Carillon di Massenet, presentato all’Opera di corte di Vienna il 21 gennaio 1892 appena cinque giorni dopo lo spettacolare successo lirico del suo Werther, è ambientata a Cortrai, nelle Fiandre, nel Quattrocento.
Messer Karl, un orologiaio, è innamorato di Bertha, la figlia del locandiere Rombalt; questi vorrebbe però che la figlia sposasse Pit, presidente della corporazione degli spazzacamini, o Jef, presidente dei panettieri.
Spinta ad accettare uno dei due, Bertha incomincia a scimmiottare e rifiuta entrambi: il suo cuore appartiene a Karl.

Richard Bonynge

Un messaggero annuncia per l’indomani l’arrivo di Filippo il Buono, duca di Borgogna, intimando che se il nobiluomo non verrà accolto dal suono delle nuove campane della chiesa di San Martino, l’orologiaio verrà imprigionato. Karl è disperato, perché le campane a cui sta lavorando sono ben lontane dall’essere pronte; e, come se ciò non bastasse, Rombalt accresce la sua angoscia promettendogli cinicamente la mano di Bertha se – e solo se – le campane suoneranno a tempo debito.
Scende la notte, e Karl, rimasto solo, prega a San Martino. La statua del Santo, comincia a risplendere, le pareti del campanile si fanno trasparenti, e Karl crede di vedere degli angeli che suonano le campane.
Corre a raccontarlo a Bertha, ma il loro dialogue sentimental viene interrotto dall’arrivo di Jef e di Pit i quali, decisi a vendicarsi, s’introducono furtivamente nel campanile e procedono alla distruzione delle campane e del loro meccanismo.
È l’alba, e mentre il Duca fa il suo ingresso, le campane – miracolosamente restaurate – riecheggiano nell’aria. Tutti guardano in su, e vedono Pit e Jef, trasformati in jaquemarts (figure scolpite usate per battere le ore), che le percuotono con i loro martelli.
Il Duca ricompensa Karl, con una catena d’oro; Bertha e Karl finalmente si abbracciano.

(Traduzione DECCA)