Puccini Giacomo

Madama Butterfly

Sono rimasto colpito che la maestosa Maria Callas avesse potuto cantare come fosse una piccola “farfallina”. Cosa richiede questo genere d’opera al soprano: l’evoluzione vocale come se si passasse da una bambina di quindici anni ad donna saggia e consapevole,che per le vie del mondo, è devastata dalla perdita imminente del suo bambino, che seppure piena di dolore deve mantenere grande dignità. Non è facile cantare in modo così elevato sull’orchestrazione di Puccini. In “Un bel dì vedremo” mostra il suo amore verso l’unico uomo che ha veramente amato
In “Che Tua madre” la intravedo più donna cosciente di ciò che sta per compiere e il suo canto è meravigliosamente bello e drammatico. I suoi ultimi scambi con Suzuki mostrano una donna in carne e ossa, risoluta, condannata, ma in brevi momenti ancora speranzosa.

Nelle ultime due arie “Tu, tu, tu, piccolo Iddio” e “Va, Gioca, Gioca”, prima del suicidio, la sua maestria è stupefacente. Il resto del cast è molto buono. Herbert von Karajan giovane, conduce l’Orchestra e il Coro del Teatro alla Scala con estrema sensibilità e brillantezza
Riusciremo ancora una volta nella vita a sentire un’artista dalla caratura di Maria Callas? Nutro veramente poche speranze. Questa versione della “Butterfly” è un’esperienza che, una volta ascoltata, non può essere dimenticata.
Cofanetto imperdibile!!!!!!
Maria Callas

Il successo di Madama Butterfly poggia sulle spalle del soprano, più di qualsiasi altra opera. Mentre il “bel canto” di Pinkerton, Suzuki o Sharpless vengono apprezzati, è il ruolo della protagonista che principalmente emerge.
Sotto questo aspetto, Mirella Freni ha eccelso. La sua interpretazione di “Cio Cio San” è quasi leggendaria e questa registrazione è un riepilogo della sua comprensione e interpretazione del ruolo e del carattere del personaggio. Dalla passione e dall’amore nel duetto con Pinkerton, all’ira e alla disperazione del finale, Mirella Freni ci mostra quanto versatile possa essere la sua voce, luminosa e sognante da un lato, intensa e drammatica dall’altro.
Il suo “Dormi amor mio” mette i brividi lungo la spina dorsale grazie alla sua paralizzante bellezza.
Pavarotti canta con ardente brillantezza e splendore. Il suo tono come sempre brillante e scampanellante crea un Pinkerton che non sembra così tanto crudele. Un sensibile ritratto della Ludwig nel ruolo di Suzuki completato da una “voce” molto buona conferiscono pregio al lavoro.
Karajan, con il suo solito carisma sul podio dei Wiener Philharmoniker regala una delle più belle Butterfly mai eseguite.
Cofanetto imperdibile!!!!!!
Herbert von Karajan

Questa è una notevole registrazioni di quest’opera, non paragonabile però al fascino di Maria Callas.
La Freni nel ruolo principale offre una prestazione intensa, appassionata e molto gratificante.
Nonostante le riserve di molte persone riguardo alle successive prestazioni, post-cancro, di Carreras, giustificate in molti casi, la sua performance qui è bella e sentita, e le note alte, instabili e tese che hanno invaso il suo canto in tanti altri spettacoli durante la fine degli anni ’80 e durante gli anni ’90, non sono evidenti in questo lavoro.
Dal suo primo ingresso, è chiaro che il contributo di Teresa Berganza nel ruolo di Suzuki è impareggiabile, offrendo un bel “legato” e adottando sicuramente un approccio del tipo: “non ci sono piccoli ruoli”.
Juan Pons interpreta egregiamente e in modo magnifico il ruolo di sharpless. Essendo cresciuto con le incisioni di Karajan come registrazioni di base, sono
già abituato a sentire questa opera con ritmi estremi e un po’ cadenzati, che anche in questo caso sono chiaramente gestiti in modo magistrale da Giuseppe Sinopoli prematuramente scomparso a causa di un infarto mentre dirigeva . Il contributo orchestrale è superbo, con suono ricco e splendente.
Registrazione in DDD splendida. Altamente raccomandato.
Giuseppe Sinopoli

Puccini scelse il soggetto della sua sesta opera dopo aver assistito al Duke of York’s Theatre di Londra, nel giugno 1900, all’omonima tragedia (Madame Butterfly) in un atto di David Belasco, a sua volta tratta da un racconto dell’americano John Luther Long dal titolo Madam Butterfly, apparso nel 1898.
Iniziata nel 1901, la composizione procedette con numerose interruzioni: l’orchestrazione venne avviata nel novembre del 1902 e portata a termine nel settembre dell’anno seguente e soltanto nel dicembre 1903 l’opera poté dirsi completa in ogni sua parte.
Per la realizzazione del dramma Puccini si documentò senza sosta e minuziosamente sui vari elementi orientali che ritenne necessario inserirvi. Lo aiutarono particolarmente una nota attrice giapponese, Sada Yacco, e la moglie dell’ambasciatore nipponico con la quale parlò in Italia facendosi descrivere usi e costumi dell’affascinante popolo orientale. I costumi al debutto alla Scala di Milano il 17 febbraio 1904 furono disegnati da Giuseppe Palanti.
In questa registrazione, la Tebaldi non sta tentando di interpretare il ruolo di una ragazza di 15 anni, ma la sua passione e la sua sofferenza sono insuperabili.
Renata Tebaldi

Renata canta in modo quasi trionfale la sua aria finale, esplosione eroica, in lutto per la perdita di Pinkerton e di suo figlio, ma coraggiosamente sta andando incontro alla morte, con convinzione.
Bergonzi è nel suo periodo più fresco e gradevole. Che voce maestosa, che fraseggio!
Nel suo nobile “Addio fiorito asil”, si rende conto che, dopo tutta la sua gloria, non è altro che un pazzo maledetto ed è una lezione che vivrà per tutta la sua

vita. Sarà per sempre segnato dalla sua consapevolezza di quante persone abbia rovinato e dal suo intenso senso di rimorso.
Non c’è mai un momento che non sia entusiasta di sentire la sua voce.
Tra tutte le superstar della lirica, Bergonzi porta avanti una carriera solida e molto lunga.
Tullio Serafin sul podio del Coro e dell’Orchestra di Santa Cecilia, dirige con immensa raffinatezza, questo grande capolavoro pucciniano
Altamente raccomandato.