Respighi Ottorino

Gli uccelli – Trittico botticelliano

Provengo dall’era del vinile e possedevo quest’album prima di averlo rintracciato in CD. Rimane uno dei miei preferiti, non solo per la bellezza delle composizioni, ma anche per il modo in cui Nevile Marriner dirige l’Academy- of St. Martin in the Fields. “L’Adorazione dei Magi”, “La Primavera”, “Gli Uccelli” e le sezioni delle “Tre immagini di Botticelli” sono tutte eseguite con grande abilità. Ottima anche l’interpretazione delle “Antiche arie e danze”, un mix di brillantezza , armonia e melodia, soprattutto nella Suite n. 3. Conclude la performance “La Nascita di Venere” che costituisce la vera ciliegina sulla torta. Questa è una di quelle incisioni che ascolterei molte volte senza mai stancarmi. Registrazione eseguita nel 1977 e rimasterizzazione effettata nel 1987. Audio più che buono. Altamente raccomandato per non dire imperdibile.

Gli uccelli op. 154

La suite Gli uccelli di Onorino Respighi, composta nel 1927 ed eseguita per la prima volta nel giugno dello stesso anno al Teatro Municipal di San Paulo del Brasile, sotto la direzione dell’autore, si riallaccia alla serie fortunatissima delle Antiche arie e danze e, sotto un certo aspetto, anche a taluni lavori originali del compositore delle Fontane di Roma. In quanto unisce il gruppo di trascrizioni che ne forma la base con un filo conduttore d’ordine, per così dire, contenutistico. La scelta di Respighi si è qui indirizzata infatti a musiche dei secoli XVII-XVIII che per cembalo o liuto stilizzassero il canto o il verso degli uccelli, fermo peraltro restando il principio di tradurne i modi liberamente, sia per quel che riguarda gli sviluppi, che per l’apporto coloristico dell’orchestra moderna.
Già il Preludio introduce quel filo conduttore; unico dei cinque pezzi che si fondi su di una composizione puramente clavicembalistica [un Allegro di Bernardo Pasquini (1637-1710)], accenna tuttavia nel suo corso alcuni motivi tematici dei pezzi successivi. Quindi, ecco La Colomba, desunta da un brano del liutista francese Jacques de Gallot (sec. XVII). Segue La Gallina che trasferisce in orchestra una tra le più celebri pagine dei Pièces de Clavecin di Rameau (1633-1768), rispettandone l’impostazione sul verso del volatile sino all’epilogo, aggiunto dal trascrittore. La presenza di questi s’accentua maggiormente nel quarto movimento. Dell’esile trama lasciata da un anonimo inglese del Seicento, per raffigurare in musica l’Usignolo, Respighi ha svolto con eleganza canto e paesaggio, introducendovi anche la nota caricaturale di un wagneriano «mormorio della foresta» in miniatura. Chiude la suite l’elaborazione di un altro pezzo clavicembalistico di Pasquini, la ben nota “Toccata sul verso del cucco”, che nella chiusa si riallaccia al Preludio.

Trittico botticelliano op. 151

Composto nel 1927, il Trittico Botticelliano è ispirato ai tre capolavori del celebre pittore fiorentino. Il soggetto e lo spirito di ciascuno dei dipinti del Botticelli sono riprodotti in musica, evocati con antichi motivi, con ritmi di danza, con atmosfere delicate; la partitura è affidata ad un organico strumentale di contenute proporzioni.
La prima esecuzione è datata 28 settembre 1927, in un concerto alla Konzerthaus di Vienna organizzato da Elizabeth Sprague Coolidge.
“La Primavera“, nei tempi: allegro vivace – allegretto – vivo, si presenta come una fantasia su alcuni frammenti tematici. I trilli e i tremolii evocano il mormorio del ruscello e la brezza leggera che animano il boschetto; leggiadri motivi di antiche danze suggeriscono il sorriso estatico della Primavera e le diafane figure danzanti delle tre Grazie.
“L’Adorazione dei Magi“, andante lento – moderato, è un movimento dai toni pastorali e tranquillamente gioiosi. Tre strumenti, fagotto, oboe e flauto, a significare i tre Re provenienti dall’Oriente, introducono una melodia gregoriana il cui tema proviene dalla nenia natalizia “O vieni, Emmanuel”.

Dopo una marcia e un episodio pastorale, prevale uno stato di contemplazione. “La Nascita di Venere“, nei tempi: allegro moderato – un poco animato – poco più mosso – allegro moderato, è un brano luminoso, ispirato, che si sviluppa su un movimento ondeggiante proposto dagli archi. Trilli, arpeggi e delicate armonie rendono percettibile l’immagine suggestiva della dea che sorge dalla superficie increspata del mare.

Neville Marriner