Strauss Johann
Concerto di capodanno
Dopo la fine del “regno” di Williy Boscovsky e di quello (più breve e tumultuoso) di Lorin Maazel, Herbert Von Karajan inaugurò, per il Concerto di Capodanno con i Wiener Philarmoniker, il periodo dei direttori ospiti a rotazione. Così, nel 1987, diede vita a un evento mediatico irripetibile (chi l’ha vissuto, anche solo in diretta TV, ne conserva ancora un ricordo stupendo). Malfermo sulle gambe, egli si presentò sul podio con passo sorprendentemente rapido e, poggiatosi sulla provvidenziale balaustra, sorrise al pubblico, si girò e, indirizzando pochi rapidi cenni all’orchestra, iniziò ammiccante e divertito. Riservò agli spettatori alcune raffinate sorprese, tra le quali il soprano statunitense Kathleen Battle che, cantando Frühlingsstimmen (Voci di Primavera, op. 410), riuscì ad imprimere all’occasione un marchio gradevolmente distintivo.
Qualcuno osservò che, quel giorno, il Direttore austriaco, diresse con singolare lentezza (probabilmente riferendosi al brano Beliebte Annen-Polka, op.137). In realtà si era trattato di una necessità poiché, oltre ai balletti, per la prima volta si trasmettevano le evoluzioni dei cavalli lipizzani della scuola imperiale di equitazione e dato che non c’era stato modo di farli procedere a tempo durante le prove egli, prodigiosamente, rallentò l’orchestra sincronizzandola in diretta al video registrato mandato in onda.
Naturalmente, con una posa fintamente seriosa alternata a momenti di libero sfogo, diresse gli applausi ritmati del pubblico durante la tradizionale Marcia di Radetzky e le risate con il boato di applausi che ne consegue rendono bene il clima della giornata.
La presa del suono live è ottima e ascoltando questo CD si coglie lo spirito festoso che, ancor oggi a Vienna si ricorda con nostalgia. Sicuramente il più bel Concerto di Capodanno che sia mai stato eseguito. Un Direttore insuperabile, da ascoltare cento volte di fila. Meraviglioso !!!! Registrazione DDD live eseguita nella Grane Sala dei Concerti di Vienna nel 1987.
Kathleen Battle
Willi Boskovsky, primo violino dei mitici Wiener Philharmoniker degli anni 60/70 esegue magistralmente le più belle partiture della famiglia Strauss. Registrazioni eseguite dal 1958 al 1976 e rimasterizzazione effettuata nel 1994. Seppur datato l’audio è ottimo. Altamente raccomandato.
I valzer degli Strauss
Vienna è sempre stata considerata il centro dell’attività musicale in Europa: una metropoli celebre per la sua gaiezza ed eleganza, la magnificenza architettonica, le sale scintillanti da ballo e i ristoranti all’aria aperta, per le pittoresche taverne e i giardini-birreria. E soprattutto per il valzer. Le origini di questa danza che per molti anni ha dominato la città, raggiungendo il suo culmine durante l’Ottocento, sono incerte. È probabile che sia originata da varie fonti, ma le radici risalirebbero alle antiche danze contadine e in particolare al Landler, al quale nella sua forma primitiva essa pareva vicina. Nel tardo Settecento vari compositori prominenti, fra cui Mozart e Haydn, scrivevano valzer per orchestra e per pianoforte, generalmente raccolti in cicli di danze concepiti esclusivamente come musica da ballo e quindi non per essere presentati in
concerto. Fu Hummel il primo a comporre danze concertanti per pianoforte. Benché di scarso merito artistico, esse ebbero nondimeno una certa importanza nel senso che crearono un modello il quale col tempo condusse ai valzer da concerto di Weber, Chopin, Brahms, Liszt e altri compositori del Romanticismo. In questa forma primitiva di danze concertanti per il pianoforte Schubert ebbe maggior successo di Hummel, e fra le sue composizioni troviamo infatti i migliori rappresentanti del valzer viennese del primo Ottocento.
Toccò a Weber, tuttavia, affermare il valzer come brano da concerto con il suo popolarissimo Invito alla danza (1819), creando un prototipo per il romantico valzer da concerto che in seguito sarebbe stato impiegato dai cosiddetti “re” del valzer viennese. A Vienna, la popolarità del valzer originò dalle taverne e birrerie all’aperto nelle periferie della città e nelle località lungo le sponde del Danubio. Erano soprattutto i ceti inferiori della capitale a frequentare questi luoghi, dove generalmente si ascoltavano piccoli complessi di tre o quattro suonatori – probabilmente due violini, chitarra e contrabbasso – che suonavano Landler, valzer, canzoni popolari ed altre melodie familiari. Le orchestre da ballo, che invece erano di dimensioni più grandi, si diffusero per i caffè e i ristoranti, col risultato che dovunque si ascoltava musica e tutta Vienna ballava il valzer.
I responsabili di questa ricchissima fioritura musicale a Vienna furono i “re del valzer”, Josef Lanner (1801-43) e Johann Strauss padre (1804-49), che col tempo fu per così dire “superato” dal figlio maggiore, anche lui di nome Johann. L’ottima orchestra degli Strauss, che diventò un marchio caratteristico di Vienna e dei viennesi, eseguiva i capolavori dei principali compositori austriaci inserendo regolarmente dei valzer nei suoi programmi. Ma ai grandi balli, che a Vienna venivano allestiti con grande frequenza, era la musica degli Strauss a predominare. Il più esotico di questi balli si svolgeva nel Sofiensaal, edificio di eccezionale splendore, all’epoca noto fra l’altro per l’audace struttura del tetto della gigantesca sala centrale.
Originariamente il Sofiensaal era stato concepito come bagno pubblico, con piscina e bagni turchi, ma la generale mancanza d’entusiasmo per i bagni durante l’inverno ebbe come risultato che l’edificio fu trasformato in sala da ballo per la stagione. Fu qui che i membri della famiglia Strauss diressero vari balli e manifestazioni di carnevale, tenendovi anche le prime esecuzioni di numerose composizioni proprie.
Il membro più illustre della dinastia fu indubbiamente Johann Strauss figlio. Nato a Vienna il 25 ottobre 1825, scrisse il primo valzer all’età di appena sei anni. Contrario alla precarietà di una carriera musicale per i figli, il padre fece di tutto per indirizzarlo verso un mestiere che fosse il più lontano possibile dalla musica. Terminati gli studi, il giovane si trovò dunque sistemato con u rispettabilissimo posto in banca. Ma il suo interesse per la musica era troppo profondo per lasciarsi ignorare del tutto, e con qualche sotterfugio – nonché con l’intervento materno – il 15 ottobre 1844 egli debuttò con la sua piccola orchestra al Casinò Dommayer di Hietzing, eseguendo varie composizioni proprie.
Villi Boskovsky
Se all’inizio fu accolto con un certo scetticismo, un po’ alla volta egli riuscì a conquistare il pubblico, e la serata si concluse con applausi calorosi. La fama si diffuse rapidamente e durante gli anni seguenti la sua orchestra diventò un serio rivale per quella paterna. Quando Johann padre morì, le due orchestre vennero fuse sotto la bacchetta del figlio, che le portò in ampie tournée europee conquistandosi dovunque il titolo di “re del valzer”.
All’appuntamento non potrà certo mancare il secondogenito, Josef Strauss. Avendo iniziato una carriera come architetto, Josef non riuscì mai a strapparsi dal mondo della musica in cui crebbe, e col tempo finì per dedicarsi pienamente alla tradizione familiare, firmando alcune danze assai raffinate. Morì precocemente a quarantatrè anni lasciando ai posteri una musica di genuina profondità e notevole maestria, di cui Spharen-Klange è un esempio ideale: un lascito degno di una famiglia straordinariamente dotata e perseverante.
Traduzione DECCA 1994