Verdi Giuseppe
Luisa Miller
L’opera è generalmente considerata un anello di congiunzione fra le opere giovanili del compositore e quelle appartenenti alla cosiddetta trilogia popolare (Rigoletto, Il trovatore e La traviata), con la quale il genio verdiano entra nella sua piena maturità espressiva. Pur non possedendo l’invenzione e soprattutto l’omogeneità di altri lavori verdiani, Luisa Miller è una tappa fondamentale nello sviluppo della drammaturgia del compositore che, abbandonati i drammi corali e i personaggi monumentali, si cimenta con un dramma della borghesia, scavando nella psicologia e nelle emozioni di Luisa, l’eroina della vicenda, come mai aveva fatto in passato.
Tale approfondimento è reso possibile dalla presenza, nel dramma, di pochi personaggi principali e di una sola protagonista, su cui l’autore può concentrare la propria attenzione, portando a compimento quel processo di semplificazione scenica iniziato con Ernani.
Sotto il profilo più propriamente musicale, l’orchestrazione si fa più raffinata che in passato, il recitativo più incisivo e «va maturandosi l’equilibrio esatto fra musica e azione che non tarderà a mostrarsi nella prima opera cui Verdi si appassioni profondamente».
Peter Maag
Una delle registrazioni contemporanee più fini.
Luciano Pavarotti (Rodolfo), in una delle sue migliori interpretazioni, è al top della forma ed interpreta il ruolo in modo più che veritiero. La romanza “Quando le sere al placido” ne è un esempio eloquente.
Montserrat Caballé (Luisa) con la sua bella e squillante voce, interpreta splendidamente il suo personaggio.
Sherrill Milnes (Miller), con la sua voce baritonale così bella e potente è un perfetto Miller.
Il resto del cast è ottimo.
Completa la performance una brillante conduzione di Peter Maag sul podio della National Philharmonic Orchestra e London Opera Chorus.
Audio ottimo come di consueto in casa Decca. Ultraraccomandato.