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presentazione
- il libretto
- gli atti e le scene
- l’orchestra
- il coro
- i cantanti
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introduzione generale
(pdf file)
BIBLIOGRAFIA
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L'opera lirica, come qualsiasi
altra opera teatrale, è divisa in sezioni dette atti, vi
sono opere in uno, due e perfino cinque atti. Ogni atto è
diviso in scene, la scena è la più piccola unità
del melodramma ed è composta solitamente da un momento epico
e drammatico che costituisce l'azione, e da un momento lirico che
rappresenta l'espressione dei sentimenti dei personaggi. Una scena
è generalmente composta dal recitativo, dall'arioso e dall'aria.
Il recitativo prende anche il nome di parlato melodico, quello che
nel Settecento veniva chiamato "recitar cantando".
Serve per esprimere un'azione o per esporre una situazione, infatti
la parola ha il predominio sulla musica. In molte opere buffe del
Settecento e dei primi dell'Ottocento il recitativo non viene accompagnato
da tutta l'orchestra ma in genere da un singolo strumento, per delineare
la forma declamata, anziché cantata.
Non sono ammesse ripetizioni di parole o strofe e i vocalizzi sono
rarissimi e a carattere conclusivo.
L'arioso è una forma lirica che nasce al termine di un recitativo,
oppure lo interrompe per introdurre il sentimento intimo di un personaggio.
Conserva il carattere e l'andamento ritmico del recitativo, però
la musica comincia a prevalere sulle parole.
L'aria è un motivo melodico che ha carattere esclusivamente
lirico ed è espressione di sentimenti o commento ad un episodio.
Nell'aria è la musica che prende il sopravvento assoluto
sulla parola, e qui il protagonista dà libero sfogo alle
sue passioni ed alla sua voce. La sua forma è molto diversa
a seconda dell'epoca, dello stile e del temperamento del compositore.
L'aria o romanza, è una vera e propria forma musicale completa,
che viene eseguita come pezzo indipendente anche nei concerti. Era
la prova per la vena creativa del compositore e, in alcuni periodi
storici, per il virtuosismo del cantante.
In pieno Settecento, nel periodo Classico, quando abbondavano le
opere buffe, la distinzione tra recitativo ed aria era molto netta
e l'aria rappresentava il culmine di ogni scena.
Dall'Ottocento in poi, con l'avvento dell'opera romantica, questa
distinzione è andata poco a poco scomparendo, fondendosi
in un'unica melodia che non interrompe la continuità dell'azione.
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